Paura a Viterbo, in fiamme l’Università della Tuscia. Gli studenti: “Il cielo è diventato nero”

“Ci hanno evacuato subito. Le fiamme sono cresciute in pochi minuti, poi una fitta nube nera ha avvolto il cielo”. Chi si trova all’esterno della facoltà di Agraria dell’Università degli Studi della Tuscia, nella città di Viterbo, è ancora sotto shock. Il tetto e il secondo piano dell’edificio sono stati rapidamente divorati dalle fiamme.
“Raggiungevano l’altezza di queste palazzine”, racconta un residente affacciato dal balcone, indicando i palazzi di fronte alla facoltà: sei piani di cemento e finestre, alti come il fronte del rogo.
L’allarme scatta intorno alle 10 del mattino. “Il sistema antincendio non è partito subito, quindi all’inizio non capivo bene cosa stesse accadendo. Sono andata nell’aula dove si trovava la professoressa. Poi un poliziotto è venuto a bussare alla porta per dirci di evacuare. Solo una volta fuori mi sono resa conto della gravità di quello che stava succedendo”, racconta Camilla Storiale, studentessa. Ora è fuori dall’edificio e aspetta di sapere se potrà recuperare i suoi documenti, ancora all’interno. Attorno a lei, un continuo via vai di mezzi dei vigili del fuoco.

“La situazione è sotto controllo, ora stiamo spegnendo gli ultimi focolai. Ci sono stati dei danni, ma fortunatamente non ci sono state vittime o feriti”, dichiara Mauro Caprarelli, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Viterbo, rassicurando sulla gestione dell’emergenza.
Otto squadre, provenienti da Civitavecchia, Tarquinia e Viterbo, sono intervenute per domare le fiamme. Fondamentale anche il supporto dell’esercito, che ha messo a disposizione autobotti per garantire un flusso continuo di acqua.
“L’esercito ci ha dato un grande aiuto. Sono intervenuti con le loro autobotti e ci hanno permesso di avere un rifornimento costante d’acqua”, aggiunge Caprarelli.


Ora le fiamme sono spente, il fumo si dirada ma nell’aria resta l’odore acre della plastica bruciata. Studenti e professori si radunano davanti all’ingresso dell’edificio. Alcuni sono riusciti a recuperare i propri zaini.

Tra loro c’è Mauro De Angelis, professore di ecologia forestale. È accorso appena ha saputo dell’incendio. “Ora il pensiero di noi docenti va a questi ragazzi. Sono loro che pagano le conseguenze di questi eventi, non potranno usare a lungo i laboratori. Ma fortunatamente abbiamo avuto il supporto di altri istituti dove potremmo appoggiarci per continuare a lavorare”.